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La dea dell'acqua.

Presentazione per la mostra personale di Gianpaolo Cappello “La dea dell'acqua”La pittura di Gianpaolo Cappello possiede una caratteristica imprescindibile e sempre presente nelleopere, che è quella della “continuità” intesa come connessione di tutti gli elementi costituenti lacomposizione del dipinto, la connessione uomo-natura, da sempre protagonista nei suoi lavori, laconsequenzialità di passato e presente, che collega la storia al contemporaneo, pur nellecontraddizioni dell'attualità. Ma anche, nella stratificazione della superficie pittorica, lasovrapposizione delle velature, gli elementi decorativi e grafici, talora caratterizzati da vortici,“sfondamenti” che non rompono materialmente la bidimensionalità della tela, ma suggeriscono einsinuano delle fratture spazio-temporali, delle interruzioni che ribadiscono e confermano questocollegamento, ma che al contempo ci invitano a fermarci e a riflettere.L'artista muove i suoi primi passi in pittura esercitando un Realismo di stampo impressionista, dovel'atmosfericità dell'aria, mescolata alle brume di ascendenza veneta, nel sentimento di una naturafortemente amata ed emotivamente sperimentata e trasfigurata fin dalla prima giovinezza, metteferme le radici delle sue origini. In altre prove questo Realismo diviene naturalista, a macchie, laforma sembra disfarsi suddividendosi in campiture di colore più ampie e definite, sempre dominatecomunque dalla qualità della luce e dallo stemperarsi dei toni, in questi primi soggetti sempre pacatie trascoloranti.E' come se ad un certo punto, le esperienze, il trascorrere delle generazioni, con i conseguenticambiamenti ideologici, culturali, di costume, abbia condotto l'artista ad elaborare considerazioniche lo abbiano esortato a cambiare rotta: a introdurre in quella visione limpida e incontaminata dellarealtà una necessità metafisica, surreale: per avere così la possibilità di sfuggire alla mancanza disemplicità del contingente, per affermare convinzioni ambientaliste, conservare la memoria in unperiodo che a tutti gli effetti rimane in superficie, per timore, per pigrizia, e inoltre e non in ultimaistanza, per riuscire a ricavare uno spazio di serenità in una quotidianità così travagliata.Per Gianpaolo Cappello, la pittura continua ad essere, come da tradizione, gioia e condivisione dicontenuti edificanti, nel riportare in primo piano il passato storico: vediamo sovente mescolarsisulla tela avvenimenti dell'oggi, mescolati alla rappresentazione di edifici storici, a prospettive dellacittà vista dal fiume, che ce la riporta qual era un tempo, frammisti a raffigurazioni di personaggi inabiti medievali, che riconducono il pensiero al coacervo di culture, provenienze e caratteristichegeografiche dei popoli che si sono incrociati e fusi in questi luoghi e di cui si tende a nonrammentare, a non ravvisare le tracce in ciò che ci circonda ogni giorno e dove una volta anch'essihanno mosso i loro passi per contribuire a dare vita a quello che è ora.Nelle opere dell'artista l'operatività materiale sul colore si manifesta in bagliori e dissolvenze, più omeno materiche o diafane, così come il piano fisico dell'esistenza terrena pare fondersi condimensioni parallele eppure sussistenti, e riconoscibili, a cui bisogna attribuire una propria valenzae significanza, come ad aspirare ad una trascendenza non identificata apparentemente in un credoparticolare, ma che mira a includere le facoltà della nostra psiche, così come la possibilità dellacompresenza di mondi altri. L'occhio è portato pertanto a vagare sul “rivestimento pittorico” cheforma il dipinto e a sforzarsi di riconoscere personaggi concreti e distinguerli dalle ombre, degli avi,dei precursori illustri, che coabitano il nostro ambito vitale lasciando tracce del loro operato e dellaloro energia, per intero o nella parvenza di stralci, brandelli di corpi e arti, che vogliono riportarciad una determinata vicenda, farci capire come questa persista tuttora, in senso sineddochico: la parteper il tutto o viceversa. C'è da dire inoltre che queste pitture, che richiamino o meno un precisoaneddoto, un dato significato per l'artista, si prestano ad una lettura libera e soggettiva da parte dichi guarda, che vede il proprio sguardo perdersi per identificare le componenti e i soggetti e tentaredi attribuire un senso unitario, risolvere il rebus.Succede talvolta che uno sfondo astratto geometrico, fatto di tassellature di impronta cubista,accolga e inglobi, portandoli in primo piano con evidente funzione simbolica, membra e tronchiumani: il titolo definisce il concetto di base, a noi spettatori è dato raccogliere l'incisività del portatoemozionale, significativamente sotteso a ciascuna di queste pitture, per la profondità dei contenutiche l'autore riveste di una pelle policroma, da sfogliare con gli occhi e con la mente.Un dettaglio abbastanza evidente si riscontra nelle fisionomie delle figure ritratte: i corpi, esoprattutto i volti, paiono essere stati tratti da immagini reali, non inventate, ben riconoscibili neicaratteri distintivi, eppure non nettamente identificate. Può essere che l'artista abbia puntato anchein questo caso all'universalità, cercando di farci capire come nella collettività si nasconda e siaccorpi la soggettività di ogni uomo, che con fatica cerca la propria strada.Una nota a parte spetta alla qualità del colore, il quale, abbandonando i toni neutri, delicati edigradanti delle origini, si ravviva nei contrasti, abbinando tonalità calde e fredde brillantisapientememente accostate così da produrre chiarore diffuso. Quella stessa che emerge potente neifrequenti notturni che caratterizzano la produzione del pittore, dove si evince forte un sentimento diquiete intimista e accensioni improvvise di sorgenti luminose si affiancano a forme orbicolari chepaiono avere la stessa funzione rischiarante, probabilmente simbolica e queste ultime sicontrappongono ai suddetti vortici oscuri e risucchianti, simili a buchi neri che attiranopericolosamente a sé il rivestimento rutilante e caleidoscopico della parte esterna. Questo come avoler far intrudere il dubbio, un nero antagonista che cerca di fugare le certezze, dissipare i principi,disperdere il senso che ognuno di noi elabora per il proprio agire nel mondo.Nulla di più appropriato, la scelta del tema dell'acqua per questa selezione di opere che connettegrazie al mezzo fluido e unificante le due città di Venezia e Padova, nel segno di una linearità che èmotivo portante per l'opera di Gianpaolo Cappello, sulla cui base i presupposti del Totalismouniscono istanze stilistiche diverse, amalgamate nel dripping pervasivo che richiama la divisionetonale del Puntinismo. In questo modo anche sottolineando la disconnessione dalla contingenzaspazio-temporale per ravvisarvi una unità di fondo di matrice quantistica, sintetizzata nei costituenti più minimi dalle particelle di colore che ricoprono il tutto. 24.09. 2025 Maria PalladinoGIANPAOLO CAPPELLO, nato l'1 luglio 1954 ad Arzergrande (PD), ha compiuto gli studi artistici e si èdiplomato a Padova. Da alcuni anni è attivamente presente nella vita artistica nazionale e internazionale conmostre personali e, su invito, a rassegne e premi di pittura.Mostre personali:1978 Galleria "Verdi" Padova;1982, 1989, 1990 Galleria "Città di Padova" Padova;1995 Arte in fiera Pordenone;1995 Grande Hotel Concorde, Lyon, Francia;1996 Euro art expo 96" Verona;2004 Sala ottagonale del Pedrocchi, Padova;2005 Sala Delmo Veronese Este (PD);2006 Villa Obizzi Albignasego (PD);2006 Villa Beatrice d'Este Baone (PD);2009 Scuderie Palazzo Moroni Padova;2010 Palazzo Valeri Montagnana (PD);2012 Centro d'arte e Cultura Piove di Sacco (PD);2013 Complesso monumentale Sanpaolo Monselice (PD);2026 Galleria Rinascente Padova;2024 Galleria "Città di Padova" Padova.
Maria Palladino [Critica d'arte]
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